Gatto bastonato: padrone condannato

Nei giorni scorsi il Tribunale di Trapani si è pronunciato emettendo la più severa condanna per maltrattamento di animali mai vista in Italia: il caso riguarda un gatto bastonato.L’imputato, un operatore marittimo di 62 anni, nei primi giorni di febbraio 2018 è stato condannato ad una pena di quattro mesi di reclusione per aver bastonato un gatto.

Gatto bastonato: la denuncia dei vicini e la vicenda giudiziaria

La denuncia è partita dai vicini di casa, testimoni del fatto che l’uomo avesse bastonato un gatto che si era accovacciato in una cesta di bucato appena lavato. L’imputato si è giustificato affermando di non aver colpito il povero animale, ma di aver semplicemente sbattuto la scopa per terra al fine di scacciarlo.

Il Giudice di Trapani non ha ritenuto credibile tale versione, ha riscontrato la sussistenza degli elementi del reato di maltrattamento di animali (art. 544 ter c.p.) ed ha pronunciato una condanna a 4 mesi di reclusione, escludendo qualsiasi attenuante e concedendo la sola sospensione condizionale della pena.

L’articolo 544- ter c.p. punisce con la reclusione da tre mesi a diciotto mesi -o con la multa da 5.000 a 30.000€- “chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagioni una lesione ad un animale o lo sottopone a sevizie o comportanti o fatiche o lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche”.

Il Giudice di Trapani, quindi, non ravvisando alcuna necessità nel gratuito e violento atto dell’imputato, lo ha condannato a una pena maggiore rispetto a quella chiesta dal PM, ritenuta esemplare perchè la più alta mai inflitta in Italia per tale fattispecie di reato.

Le diverse forme del maltrattamento di animali

La vicenda del gatto bastonato è solo l’ultima di una serie di condanne per maltrattamento di animali, reato che si può configurare mediante diverse condotte quali, ad esempio:

  • il maltrattamento di cuccioli di cane posto in essere cagionando loro delle lesioni e allontanandoli prematuramente dalla madre allo scopo di commercio (detenendoli ammassati all’interno di casse piccolissime);
  • L’aggressione fisica ad un animale che gli provoca, oltre a danni e dolori fisici, anche un evidente stato di shock;
  • La somministrazione di sostanze dopanti al fine di alterare la velocità e la forza di un cavallo antecedentemente ad una gara ippica

È importante ricordare che la disciplina della tutela degli animali intesi come esseri viventi (e non come oggetti) ha un’origine recente, è stata infatti introdotta solo nel 2004 con la Legge n.189.

Sono in aumento le condanne come quella inflitta dal tribunale di Trapani e ciò è davvero importante per l’effettivo riconoscimento del sentimento di pietà nei confronti degli animali e per una sempre maggiore e reale tutela degli stessi.

Per qualunque informazione non esitate a contattarci qui: info@avvocatoanimali.it

Comments are Closed