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Una tartaruga utilizzata come palla: indifferente violenza giovanile

A Grosseto nei giorni scorsi si è compiuta una gratuita quanto inquietante vicenda, l’ennesima che riguarda la violenza sugli animali, sempre più innocenti ed indifesi.

Questa volta a farne le spese è stata una povera tartaruga, utilizzata come pallone da tre ragazzi per giocare a calcio. Un pallone vivente e sanguinante, sottratto ai crudeli piedi degli aguzzini da un addetto delle pulizie che, accortosi del macabro gioco, è prontamente intervenuto mettendo in salvo la tartaruga. L’uomo, dopo aver chiesto ai ragazzi il perché di questo gesto, si è sentito rispondere con indifferenza “perché era lì”.

La tartaruga ora è stata portata in salvo e non è in pericolo di vita.

Enpa e S.O.S. animali in prima linea con una denuncia contro ignoti per chi ha scambiato una tartaruga per una palla.

Anche in questo caso Enpa e S.o.s. animali si fanno carico dell’ennesima violenza gratuita a danni degli animali, portando avanti una denuncia contro ignoti presso la Procura della repubblica, con un esposto nelle mani dei carabinieri forestali. Le associazioni animaliste denunciano, oltre all’insensato, crudele e gratuito gesto, anche l’allarmante risposta fornita dai ragazzi. Quel “perché era lì” per spiegare il gesto, evidenzia un’assenza di educazione e di rispetto verso gli animali, indispensabile per vivere in un paese civile qual è l’Italia nel 2019.

Sulla vicenda commenta anche l’on. Brambilla, presidente e fondatrice del Movimento Animalista, la quale dichiara “Giovani sciocchi e non a conoscenza di quelle che sono le normative vigentima soprattutto non dotati di buon senso e umanità. Purtroppo, c’è ancora molto da fare su questo fronte, e purtroppo in questi ultimi tempi abbiamo assistito a efferatezze e maltrattamenti nei confronti degli animali, compiute da ragazzi molto giovani. Bisognerebbe introdurre un percorso di sensibilizzazione ad hoc all’interno delle scuole, e le istituzioni dovrebbero fare rete con le famiglie per insegnare il buon senso di base e dei valori che diventino ben radicati nei giovani”.

Prendere a calci una tartaruga è maltrattamento di animali

Anche in questa triste storia, il reato contestabile è quello di maltrattamento di animali, ex art. 544 ter c.p., il quale prevede che «Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è punito con la reclusione da tre mesi a diciotto mesi o con la multa da 5.000 a 30.000 euro. La stessa pena si applica a chiunque somministra agli animali sostanze stupefacenti o vietate ovvero li sottopone a trattamenti che procurano un danno alla salute degli stessi. La pena è aumentata della metà se dai fatti di cui al primo comma deriva la morte dell’animale.»

In questo caso sembra che i requisiti di “crudeltà” e “senza necessità”, accompagnati alla lesione ed alle sevizie cui è stata sottoposta la tartaruga, purtroppo, sono ben presenti nella storia.

Come sempre possiamo solo constatare quanto avvenuto, raccontando e denunciando la vicenda per portare all’evidenza l’enorme problema della violenza sugli animali che sempre più spesso viene esercitata in crudeli avvenimenti come questo.

Per ulteriori informazioni su questo argomento, non esitare a scriverci a info@avvocatoanimali.it

 

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