difendere il cane

Sette punti di sutura per difendere il cane

Oggi vi racconto una storia di coraggio e di cattiveria violenta che gira attorno ad un unico concetto: rispettare e difendere il cane. Capita spesso di viaggiare e conoscere differenti modi di vivere, di fare, di dire.. come si suol dire, “paese che vai usanze che trovi”.

Ma se tra queste “usanze” vi fosse anche il maltrattamento di animali, voi che fareste? C’è chi non ha pensato neanche un secondo alla risposta, e non ha avuto paura di difendere un cane, anche a costo della propria salute.

Insomma, vi racconto la storia di un eroe moderno. Un ragazzo che ha messo a repentaglio la propria vita per difendere il cane.

Giacinto Damiano: disposto a tutto per difendere il cane

Il nostro protagonista si chiama Giacinto Damiano, ha 26 anni ed ha trascorso l’estate 2018 in Puglia, a Nardò.

È proprio in questa cittadina che, mentre si dirige al supermercato per fare la spesa, Giacinto si imbatte in una scena penosa: “un pitbull, rinchiuso in una baracca fatiscente di ferro arrugginito – racconta proprio lui in un post su Facebook –, in mezzo a cocci di vetro, con la ciotola d’acqua sporca, piena di insetti e le crocchette contaminate dalle formiche”. Senza pensarci troppo ha subito contattato la polizia locale che, seppur allertata, non è intervenuta. Non potendo rimanere ulteriormente a guardare, Giacinto decidere di andare a chiedere spiegazioni direttamente ai gestori del market, proprietari anche del malcapitato pitt.

“l figlio del proprietario sostiene che il cane sta bene, negando l’evidenza, e lo porta via dicendo di risolvere personalmente la situazione” così scrive nel suo post Giacinto.

Il giorno dopo la situazione è però rimasta immutata e avviene il replay della giornata precedente: vengono allertate le forze dell’ordine che però non intervengono, Giacinto va a chiedere spiegazioni al market dove questa volta viene bloccato dai figli del gestore.

Quello che inizialmente sembrava essere “solo” un violento attacco verbale per cacciare il coraggioso ragazzo che voleva difendere il cane, si trasforma ben presto in una vera e propria aggressione fisica con tanto di pugni e bottiglie di vetro scagliate contro Giacinto, che gli procurano ben 7 punti di sutura sopra il sopracciglio. 

Questo ragazzo porterà sempre con sé una cicatrice indelebile solo perchè ha difeso il cane!

La denuncia, il maltrattamento di animali, lo sconforto per aver voluto solo difendere il cane

Subito dopo l’aggressione ed i soccorsi medici accorsi sul posto, Giacinto ha immediatamente sporto denuncia alla polizia per l’aggressione subita ricevendo sostegno da Enrico Rizzi, presidente nazionale del Nucleo Operativo Italiano Tutela Animai Onlus.

Il giovane ha dimostrato grande sensibilità e coraggio. Il suo intervento a difesa del povero cane ha dato prova che l’omertà si può e si deve combattere. L’azione indegna di chi lo ha brutalmente aggredito provocandogli delle lesioni, deve essere punita severamente dalla Magistratura. Allo stesso modo però, chiederò la massima punizione per la grave omissione della Polizia Locale che, venuta a conoscenza di un’ipotesi di reato, per ben due volte, non ha inviato alcuna pattuglia sul posto per i dovuti accertamenti. Per questo infatti, nelle prossime ore invierò atto di denuncia alla locale Procura ed auspico anche l’immediato intervento del primo cittadino” questo quanto annunciato da Rizzi fin da subito.

In questo caso le possibili fattispecie di reato che potrebbero configurarsi a carico del proprietario del cane, sono fondamentalmente due:

  • il reato di maltrattamento di animali è disciplinato dall’art. 544 ter c.p., che al primo comma detta “Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è punito con la reclusione da tre mesi a diciotto mesi o con la multa da 5.000 a 30.000 euro.”
  • Il reato di abbandono di animali discplinato dall’art. 727 “Chiunque abbandona animali domestici o che abbiano acquisito abitudini della cattività è punito con l’arresto fino a un anno o con l’ammenda da 1.000 a 10.000 euro.
    Alla stessa pena soggiace chiunque detiene animali in condizioni incompatibili con la loro natura e produttive di gravi sofferenze”

In attesa che la giustizia fatta il suo corso, almeno in parte, possiamo stare tranquilli perché Damiano su FaceBook rassicura: “La mia piccola amica – riferendosi al cane – è stata portata via, e voglio pensare che adesso sia in un posto più decente”.

 

Per ulteriori informazioni su questo argomento, non esitare a scriverci a info@avvocatoanimali.it

 

Comments are Closed