Professione Digital Pet Sitter di Daniela Larivei
È uscito in tutte le librerie “Professione Digital Pet Sitter” di Daniela Larivei, con un mio contributo sulla responsabilità legale del pet sitter.
Professione Digital Pet Sitter, il libro di Daniela Larivei
“Nel momento storico che stiamo vivendo tante professioni sono morte, altre sono nate e sono molte le persone over 40 che sono state costrette a reinventarsi. Questo libro prende le mosse dalla mia esperienza: da giornalista a digital top pet sitter e pet blogger. Ovvero come sono riuscita a unire le mie competenze nell’ambito della comunicazione e del digitale all’amore per gli animali; un binomio che mi ha permesso di non abbandonare le mie più grandi passioni. Se hai bisogno di reinventarti o vuoi semplicemente cambiare vita ti spiegherò come guadagnare accudendo animali. Scoprirai i trucchi per diventare un pet sitter di successo e come sfruttare il digitale, in particolare il tuo blog, ma anche Facebook e Instagram, per fare pet personal branding e iniziare a collaborare con i brand o con le web agency. Senza nulla togliere al passaparola, che rimane la miglior pubblicità. E siccome, come dimostrano diversi studi, gli animali sono terapeutici, la parte finale non poteva non essere dedicata a loro, esseri senzienti che migliorano la vita fisica e psichica a noi umani. Con un grande consiglio: prendere un animale, possibilmente adottandolo, per fare del bene a lui, ma forse prima di tutto a te stesso. Parola di tata Daniela!” (L’autrice)
Avv. Francesca Zambonin – Il pet sitter è responsabile dell’animale
Il pet sitter o pet host è una nuova figura professionale che è oramai diventata di fondamentale aiuto per la vita quotidiana di tutte le famiglie che comprendono un amico a quattro zampe. Si tratta di persone che accudiscono l’animale domestico altrui quando il proprietario non può prendersene cura; proprio come fa la baby sitter con i bimbi quando i genitori sono fuori casa.
Tale attività può essere svolta sia presso l’abitazione del proprietario originario (pet sitting), sia presso l’abitazione del sitter (pet hosting).
Il pet sitter è dunque chi va a casa del proprietario dell’animale e lo porta a spasso, gli fa fare i bisogni, lo fa giocare e sgranchire, gli tiene compagnia, gli dà la pappa e lo pulisce quando il padrone non riesce a tornare in tempo dal lavoro o quando parte per un week end.
Il pet host è invece colui che ospita (dal verbo host, appunto) l’animale presso la propria abitazione e se ne prende cura fino al ritorno del suo padrone, solitamente per periodi più o meno prolungati.
Ma quali sono le responsabilità di questi soggetti? Qui di seguito una breve analisi:
Responsabilità nei confronti di colui che affida l’incarico
Il pet sitter/pet host ha il dovere di eseguire il proprio incarico con la diligenza del “buon padre di famiglia”, ovvero adottando tutte le accortezze e gli accorgimenti che ci si può aspettare da una persona dotata di una media diligenza.
Poiché tale obbligo è molto vago e può essere oggetto di diverse interpretazioni, sarà bene firmare una scrittura che regoli il rapporto tra le parti, indicando in maniera chiara i doveri del pet sitter, gli orari che deve rispettare, le eventuali cure specifiche di cui ha bisogno l’animale, il costo orario, periodico o forfettario stabilito come retribuzione, i contatti per le urgenze.
Responsabilità per danni all’animale
Il pet sitter/pet host è altresì responsabile di tutto quanto accade all’animale durante il periodo che lo ha in cura e sarà tenuto al risarcimento dei danni subiti dall’animale in caso di lesioni (quali i costi del veterinario e delle cure), in caso di smarrimento (multa per omessa custodia, costi accalappiamento e custodia) e, in genere, di ogni spesa conseguente a una colpa del pet sitter nella custodia dell’animale.
Responsabilità verso i terzi
Il pet sitter/pet host è infine responsabile ai sensi dell’art. 2052 c.c. dei danni che l’animale provoca a terzi, sia nel caso in cui fosse sotto la sua custodia, sia nel caso in cui fosse smarrito o fuggito, salvo che provi il caso fortuito.
Perciò, il pet sitter sarà tenuto a risarcire i danni a terzi provocati dall’animale durante il periodo in cui lo ha in cura, quali ad esempio lesioni personali (per morsi, cadute accidentali causate dal passaggio incontrollato dell’animale, ecc.) o danni a cose (strappi di abiti, rotture di vasi e suppellettili, ecc.).
Infatti, la responsabilità è del proprietario o di “di chi se ne serve per il tempo in cui lo ha in uso” (art. 2052 c.c.), pertanto se l’animale cagiona danni durante il tempo in cui è con il pet sitter, sarà quest’ultimo il responsabile dell’evento dannoso e chiamato a risarcire i danni.
Naturalmente, nel caso in cui il danneggiato non fosse a conoscenza dell’identità del pet sitter e si tratti di un animale registrato all’anagrafe canina o felina, potrà fare richiesta al proprietario dell’animale che risulta identificato in tali registri, il quale potrà sempre esonerarsi dichiarando (e provando) di averlo affidato ad altri nel momento in cui l’animale ha cagionato il danno.
Il proprietario risponde nei confronti del danneggiato solo ove vi sia stato un affidamento “incauto”. Per esempio recentemente un giudice ha condannato il proprietario perché aveva affidato l’animale a dei minori. Altro caso è affidare l’animale a chi è evidente che non lo sappia gestire.
Quando ciò non si verifichi, vale la regola enunciata nell’art. 2052 c.c. (questo in sede sia civile sia penale).
Per tutto quanto premesso, sarà bene verificare che il pet sitter abbia le competenze tecniche, personali e morali per svolgere al meglio la mansione di cui è incaricato.
Comments are Closed