microchippare il cane

Perché microchippare il cane? Ce lo spiega il carabiniere a cui l’avevano rubato

Riproponiamo oggi il nostro articolo uscito sulla rivista Quattro Zampe del mese di novembre, in merito al perchè sia importante microchippare il cane.

Credo che la paura più grande per tutti i proprietari di un cane sia quella di tornare a casa e non trovarlo più. Sparito nel nulla. Sarà scappato? Qualcuno è entrato e l’ha portato via? Come starà, dove sarà, con chi? Ma soprattutto, il microchip ce l’ha?

È indubbiamente una di quelle situazioni da augurare solo al nostro peggior nemico, ma esistono anche storie a lieto fine, dove il cane torna a casa e tutti vivono per il resto della vita felici e contenti. Questo è possibile, però, solo in due modi: o si è fortunati e si rincontra casualmente il cane per strada, oppure il cane ha il microchip, qualcuno lo trova e lo porta dal veterinario, il quale vi individua quali proprietari e vi chiama per andare a riprendevi l’animale.

Nella storia di oggi c’è un padrone molto fortunato che aveva anche microchippato il cane.

Roma – maggio 2018: il carabiniere, il furto del cane e il microchip

Un carabiniere della stazione di Torino Nord, in servizio di pattuglia, vede da lontano qualcosa che attira immediatamente la sua attenzione. È un cane, una bella setter inglese molto molto simile a quella che meno di un mese prima gli è stata rubata.

Il carabiniere non perde tempo, si avvicina e il cuore si blocca: è lei. È proprio il suo cane. Non appena l’animale incrocia gli occhi dell’uomo gli corre incontro, lasciando pochi dubbi in merito alla sua “identità”. L’uomo senza fissa dimora che fino a pochi istanti prima la portava al guinzaglio, assistito alla scena, se la da a gambe levate, ma non corre abbastanza veloce da riuscire a scappare al carabiniere.

Il cane viene portato dal veterinario e, letto il microchip,  viene confermata la proprietà del cane.

Così per il ladro si aprono le porte del carcere e per il cane le porte della sua vera casa, dove il carabiniere si toglie la divisa e veste i panni del padrone miracolato.

E se non ci fosse stato il microchip?

Partiamo dal presupposto che il microchip è una piccola capsula di vetro biocompatibile, che funziona come una radio antenna pronta a ricevere il segnale del lettore che lo identifica e riconosce. La lettura del microchip consente di ottenere un codice di 15 cifre attraverso il quale risalire al proprietario del cane.

L’obbligo di microchippare il cane è stato istituto dall’ordinanza ministeriale del 06/08/08, con la quale il ministero del lavoro rende obbligatoria l’applicazione di apposito microchip di riconoscimento, effettuata esclusivamente da medici veterinari competenti che possano accedere all’anagrafe canina regionale.

Quindi il microchip è il modo più semplice e veloce per rilevare chi sia il proprietario del cane.

Se l’animale non è munito di tale dispositivo, risulta molto più difficoltoso – anche se non impossibile – dimostrare che quel cane è proprio il nostro. Se si perde, se scappa per paura, se viene portato via da qualcuno: in tutti questi casi un cane sprovvisto di microchip ha minime possibilità di tornare da noi.

Perché rischiare?

Oltre ad essere un obbligo di legge, microchippare il cane è fondamentale, sia per la salute e l’incolumità dell’animale stesso, sia per noi che potremo sempre aggrapparci alla speranza che, se qualcuno lo trovasse prima o poi potremo essere contattati vedendo realizzato il sogno di riabbracciarlo.

Per ulteriori informazioni su questo argomento, non esitare a scriverci a info@avvocatoanimali.it

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