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Addio agli animali nei circhi

La storia circense è oggetto di una svolta epocale: il disegno di legge n. 2287 dispone un graduale addio agli animali nei circhi.

Tale atto, presentato dal Ministro dei Beni e delle Attività Culturali Dario Franceschini, in accordo con il Ministro dell’Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan, prevede, all’articolo 34 del Titolo III in tema di riforma delle fondazioni lirico-sinfoniche, teatro, prosa, danza, spettacoli viaggianti e attività circensi, la “revisione delle disposizioni in tema di attività circensi, specificamente finalizzate alla graduale eliminazione dell’utilizzo degli animali nello svolgimento delle stesse”.

In tale disegno di legge, approvato a fine gennaio dal Consiglio dei Ministri e ora all’esame del Senato, è contenuto il puntuale impegno del Governo a porre fine alle tremende condizioni di vita degli animali del circo. Ciò non significa la chiusura di questi spettacoli, ma solo che si darà più spazio a pagliacci, acrobati e artisti vari.

Si tratta di una questione che divide l’opinione pubblica ormai da molti anni e che finalmente sta per trovare la sua soluzione.

Questa panoramica vede infatti contrapposti i rappresentanti circensi e gli animalisti: mentre i primi promettono numerose battaglie – a difesa di un settore già colpito da limitazioni e da ristrettezze economiche – e ritengono le nuove disposizioni una sorta di “sopruso unilaterale e ingiusto”, i secondi trovano il sostegno di cariche illustri – tra cui il Presidente dell’Enpa Carla Rocchi – e di alcune associazioni, tra cui la Lega Antivivisezione (LAV) che sottolinea come la scelta del Ministro Franceschini consenta di riallineare l’Italia con la maggioranza dei Paesi europei che hanno già emanato divieti totali o parziali di utilizzo degli animali nei circhi, adattandosi a una concezione di spettacolo e di rispetto degli animali più al passo con la sensibilità collettiva.

A favore di questa seconda posizione si schiera ormai la maggior parte degli italiani: infatti l’ultima rilevazione dell’Eurispes indica che oltre il 70% dei nostri connazionali è contrario all’uso degli animali nei circhi e che tale percentuale risulta essere di gran lunga superiore anche ai soggetti contrari alla caccia. Degne di nota sono anche le dichiarazioni, risalenti al 1993, del circense Paride Orfei in merito alle violente costrizioni fisiche e psichiche subite dagli animali del circo prima degli spettacoli, come ad esempio scosse di corrente e colpi di forcone.

Attualmente i Paesi che in Europa hanno introdotto divieti di utilizzo degli animali nei circhi sono già 21: da quelli totali (Malta e Grecia), a quelli relativi agli animali selvatici, a limitazioni parziali relative ad alcune specie. In questo quadro si inserisce anche la Catalogna che, dopo aver messo al bando la corrida, ha dato ai circhi un anno e mezzo di tempo per adeguarsi, con un divieto che scatterà a partire dal 2017.

Gli sviluppi della normativa sono dovuti anche a inequivocabili prese di posizione da parte del mondo scientifico. Risale infatti ad agosto 2015 la posizione ufficiale della Federazione europea dei veterinari, secondo la quale “l’uso di mammiferi esotici, specialmente elefanti e grandi felini (leoni e tigri), nei circhi riflette una visione tradizionale, ma obsoleta, degli animali selvatici. Questi animali hanno lo stesso patrimonio genetico dei loro simili che vivono in natura, e mantengono perciò gli stessi comportamenti istintivi e bisogni naturali che non possono essere soddisfatti in un circo itinerante”.

Tuttavia, data la complessità e la delicatezza della vicenda, soprattutto in un settore con qualche difficoltà economica, il cambiamento sarà graduale e avverrà attraverso un processo a tappe, in cui la vicenda non verrà risolta prima di un paio d’anni: infatti il disegno di legge dovrà essere approvato dal Parlamento ed in seguito il Governo dovrà redigere il nuovo codice degli spettacoli con il divieto incorporato.

Per informazioni: info@avvocatoanimali.it

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